Contro il nervosismo e la tensione ci sono due rimedi in yoga: il controllo del respiro e il rilassamento. La tradizione yogica dice che senza rilassamento non c’e’ yoga e pace e felicità sono impossibili da raggiungere anche quando ci sono tutte le premesse per esse. Swami Sivananda, citando Marco Tullio Cicerone, diceva sempre “solo un uomo rilassato e’ veramente creativo e le idee arrivano a lui in modo luminoso.”
La parola “rilassare” deriva dal latino “re-laxare“o rilasciare, allargare, allentare. Per rilassare intendiamo il rilasciare delle tensioni a livello del corpo e della mente per un periodo di tempo tale da garantire riposo e rigenerazione, il rilassamento è infatti l’elemento principale nel processo rigenerativo e nel recupero energetico del praticante. Coloro che sono maggiormente rilassati sono più efficienti, gioiosi, attivi, sicuri di sé, hanno bisogno di meno ore di sonno ed hanno maggior capacità di focalizzare la mente in un’unica direzione evitando di dissipare energie a causa di una mente caotica e distratta che si disperde in troppe direzioni.
Il rilassamento dona un’ampia condizione di gentile euforia, pace e bellezza, distaccamento mentale, freschezza, vitalità che prenderà il posto di quello stato di separazione in cui troppo spesso viviamo.
Il corpo diventa inerte e pesante, abbandonato al suolo e interamente disconnesso mentre la mente sembra librarsi al di fuori della struttura fisica, distaccata da tutto cio’ che e’ materiale e il praticante sarà immerso in un pacifico e sereno silenzio.
Al termine della sessione di yoga si gioiscono tutti gli effetti del rilassamento, all’inizio accade che tali effetti si manifestino per un breve tempo, anche soltanto un’ora o meno, ma anche questo è abbastanza per lasciare una sensazione meravigliosa a livello sia fisico che mentale e ci infonde l’entusiasmo per incoraggiare un’attitudine più rilassata nell’approcciare la vita quotidiana. La breve percezione della serenità che dona il rilassamento dopo la pratica yoga è il punto d’inizio per integrare il rilassamento nel quotidiano e poco a poco il breve periodo di rilassamento che segue la pratica yoga si estenderà diventando una presenza piu’ continua.
Rilassarsi sembra semplice, ma per molte persone non lo è, ecco perché è importante imparare a rilassarci in modo conscio, attraverso la nostra forza di volontà, almeno per qualche minuto ogni giorno. Quotidianamente nei nostri tessuti migliaia di cellule muoiono e vengono immediatamente rimpiazzate da nuove, ma le cellule nervose non seguono questo processo, noi siamo nati con esse ed esse muoiono con noi.
Se noi le sovraccarichiamo acceleriamo il loro processo di invecchiamento e morte e, non essendo rimpiazzabili, andiamo a produrre danni irreparabili riducendo il nostro potenziale vitale. Il rilassamento sotto forma yogica apre l’accesso al nostro mondo interno e ci permette di energizzare in maniera profonda le nostre cellule nervose, di sentirci pieni di energia e di andare più in profondità nella pratica dello yoga, poiché e’ impossibile concentrarsi intensamente per lungo tempo se il corpo ha delle contrazioni fisiche o e’ sottoposto a forme di stress e la concentrazione è uno dei requisiti fondamentali per l’avanzamento nella pratica.
Gli scopi del rilassamento profondo che ogni persona apprezzerà fin dall’inizio sono la completa disconnessione di tutti i gruppi muscolari, il raggiungimento di uno stato di non azione. Tutti i muscoli sono come magneti e i nervi sono come fili ettrici connessi con la stazione principale che e’ il cervello. Quando siamo in stato di veglia e di normale tono muscolare questi muscoli sono attraversati da un basso potenziale, esattamente come fili elettrici a basso voltaggio; quando siamo in uno stato di contrattura un maggiore quantitativo di energia scorre nei nervi e nei muscoli.
Purtroppo a causa di uno sbagliato stile di vita molto spesso i muscoli sono in uno stato di contrattura cronica e questo provoca un inutile spreco di energia nervosa e muscolare che dovrebbe essere evitato. I muscoli si contraggono cronicamente a causa di posture sbagliate che manteniamo spesso e a lungo o a causa di emozioni negative che sono diventate parte integrante della nostra personalità e che si manifestano anche a livello fisico. Avere uno o più gruppi muscolari cronicamente contratti è come lasciare le luci accese della macchina tutta la notte: questo porta allo scaricarsi della batteria e lo stesso avviene per il nostro essere.
Dobbiamo anche tenere presente che il cervello e il corpo fanno parte di una singola unità: quando noi abbiamo un certo tipo di pensiero o reazione emotiva il cervello invia precisi ordini sotto forma di impulsi nervosi al corpo e quest’ultimo si prepara ad eseguire gli ordini indipendentemente dal fatto che essi vengano manifestati esternamente sotto forma di reazioni fisiche. Spesso, ad esempio, ci lamentiamo che siamo sempre in ritardo, che non abbiamo tempo, che dobbiamo “correre”…in tale situazione il cervello prepara in modo reale il corpo per correre inviando l’impulso di accelerare il battito cardiaco, contrarre certi muscoli, diminuire l’afflusso di sangue all’apparato digestivo etc. ma in realtà siamo fermi al semaforo o in coda all’ufficio postale e non possiamo “correre” da nessuna parte, dobbiamo semplicemente stare fermi e pazientemente aspettare il nostro turno ma il fatto di essere a corto di tempo e sotto stress mette in moto nella nostra mente l’impulso di dover “correre” per non arrivare in ritardo.
Un altro esempio ci è dato da quelle situazioni in cui abbiamo pensieri che riflettono stati di ansietà, preoccupazioni e dove ci sentiamo emotivamente minacciati. Tali situazioni vengono registrate dalla mente come paure con il conseguente bisogno di difenderci che genera l’invio di impulsi nervosi a determinate parti del corpo che si preparano alla difesa e alla fuga ma in realtà il movimento fisico della fuga non avviene anche se i muscoli si sono preparati, ciò che ne risulta è uno stato di con-trazione cronica a spese dell’organismo.
Durante il sonno l’uomo si ritira dal mondo esterno e, in questo modo, l’ntensita’ della corrente nel sistema nervoso decresce ma molto speso accade che a causa delle tensioni accumulate durante la giornata anche il sonno risulta disturbato e al mattino non ci troviamo riposati e non abbiamo le energie necessarie per affrontare una nuova giornata accumulando così ancora più tensione.
Con il processo di rilassamento, invece la mente e’ in grado di controllare l’intero corpo disconnettendo i “fili elettrici uno ad uno” e riducendo in questo modo il flusso di corrente propagato per l’intero corpo quasi a zero a beneficio dell’intero organismo.
Condizioni preliminari per il rilassamento
Il rilassamento, come viene insegnato in yoga, e’ un esercizio di forza di volontà, ma, così come il praticante andrà a scoprire, non e’ un pensiero esercitato con una forza di volontà dittatoriale che ordinerà al nostro corpo di rilassarsi ma bensì è una lenta, gentile, ferma suggestione, una paziente persuasione. In yoga il rilassamento e’ normalmente effettuato in shavasana, la posa del cadavere.
Per accrescere la sua efficienza, la testa dovrebbe essere rivolta verso nord –e, se questo per qualche motivo non fosse possibile- verso est. Cercate di eliminare il piu’ possibile l’eccitamento dei sensi. Ritiratevi in una stanza dove nessuno puo’ disturbarvi, tentate di ottenere una condizione di semibuio e chiudete le finestre in modo da evitare i rumori esterni. La temperatura della stanza dovrebbe essere piacevolmente tiepida in quanto durante la fase di rilassamento la temperatura corporea tende a decrescere e la sensazione di freddo potrebbe disturbare l’intero processo.
Cercate di fare in modo che nessuna preoccupazione o pensiero negativo vi disturbino durante il rilassamento. Se questo e’ difficoltoso sedetevi di fronte a uno specchio e sorridete, il cervello vedendo il vostro volto sorridente allenterà automati-camente le tensioni oppure sdraiatevi e, se possibile, sbadigliate, strofinate i vostri occhi e atteggiatevi come se foste stanchi e assonati.
Prima sdraiatevi sul dorso e poi giratevi sul fianco sinistro e successivamnete destro. Stirate, contraete ed espandete le dita. Dopo aver sbadigliato ed asservi stirati abbastanza entrerete in uno stato di inerzia e non azione. Rilassarsi in yoga significa infatti “allenarsi” al non-agire, questo e’ un principio base che sfortunatamnete spesso e’ ignorato. Il primo passo dell’arte del rilassarsi è quello di spostare la mente da pensieri caricati emotivamente e dirigerli verso zone neutre come il respiro o di diverse parti del corpo. Inizialmente osservate il respiro così come si manifesta nel momento presente , senza alterarne il ritmo, si cerchi di diventare un testimone distaccato e consapevole. Focalizzate la vostra attenzione sull’atto di respirare, senza influenzare la vostra respirazione. Notate come respirate, se respirate in maniera predominante nella parte superiore del petto, significa che il respiro e’ attualmente piazzato lì; se invece notate che respirate con la parte addominale significa che il centro del vostro respiro e’ principalmente in quella zona.
Eventualmente si noti se una delle due narici e’ predominate. Ricordate che quando siete sdraiati e calmi il bisogno di ossigeno del corpo e’ minimo, questo e’ il motivo per cui il movimento respiratorio e’ ridotto. Comunque se notate che il vostro respiro e’ tormentato e irregolare cercate di avere il seguente pensiero: “il mio respiro diviene calmo e regolare, il ventre si alza e si abbassa in maniera calma e regolare”. Cercate di avere questo pensiero in modo gentile, senza nessuna imposizione.
Continuate così fino a che non percepite una sensazione di calma nel vostro respiro. A questo punto sarete già abbastanza rilassati e cercate quindi gradualmente e senza nessuna sforzatura di estendere l’espirazione sino al doppio dell’inspirazione, se ciò andasse a creare tensioni semplicemente si torni ad osservare il naturale
ritmo del respiro. L’allungarsi dell’espirazione può crearsi anche naturalmente da se’ ed accade anche molto di frequente in stati meditativi. Il doppio e’considerato il ritmo piu’ naturale.
Se voi osservate ad esempio un gatto dormire noterete che l’espirazione e’ due volte più lunga dell’ispirazione. E’ lo stesso per un bambino appena nato. In yoga respirazione e rilassamento sono strettamente collegati. A questo stadio spesso accade che ci sia una pausa naturale tra inspirazione ed espirazione, questo e’ un ottimo segno. Cercate di assumere un atteggiamento di resa gentile, evitare imposizioni quali :”Voglio rilassarmi!” cercate invece di lasciarvi andare, lasciandovi incantare dal
processo di fusione tra voi e l’Universo che vi circonda. Questo atteggiamento di resa e’ fondamentale: percepite come la terra con la sua forza di gravita’ attrae verso il basso ogni cellula , ogni molecola, ogni atomo del corpo.
Pensate che il corpo si arrende completamente alla forza di attrazione terrestre, lasciatelo cadere pesantemente sul tappeto. Il momento iniziale in cui ci si focalizza sulla sensazione di abbandono alla forza di gravità e’ estremamente importante. Una volta raggiunto il necessario abbandono iniziale focalizzate la vostra attenzione alla gamba sinistra, e iniziate il graduale processo di rilassamento delle dita del piede, una ad una, senza dimenticare la pianta.
Eliminate gradualmente ogni sensazione di contrazione e tensione dalla gamba sinistra,
continuate poi con l’intera gamba rendendola il piu’ inerte possibile. Continuate poi con la gamba sinistra, il braccio destro e quello sinistro, i glutei e il bacino, il ventre, la schiena dal basso verso l’alto, il petto, le spalle, il collo, il volto nei suoi dettagli, il cuoio capelluto e l’interno della nuca. A seconda delle condizioni si puo’ scegliere se rilassare nel dettaglio anche le piu’ piccole parti del corpo (es.ogni singolo dito) o se fare una pratica di rilassamento meno dettagliata. Per uscire dal rilassamento si faccia qualche respiro profondo, si muovano le punte delle dita di mani e piedi e ci si giri sul fianco destro.
fonte: Debora Roggeri
Un essere umano è parte di quel tutto da noi chiamato –Universo-, una parte limitata in spazio e tempo.
Egli percepisce sé stesso, i suoi pensieri e i suoi sentimenti come qualcosa di separato dal resto…in una sorta di illusione ottica della coscienza. Questa illusione è una sorta di prigione per noi che ci limita ai nostri desideri personali e all’affetto per le poche persone che sono vicine a noi.
Il nostro compito deve essere di liberare noi stessi da questa prigione ampliando la nostra sfera di compassione e abbracciando cos ì tutte le creature viventi e l’intero creato in tutta la sua bellezza.
Albert Einstein 1879-1955