La parola asana ha vari significati, tra cui, mantenere a lungo il corpo immobile e senza sforzo in una posizione. Un’asana e’ una posizione fisica che ci influenza a livello fisico, energetico, emotivo e mentale. I punti considerati di seguito sono dei semplici suggerimenti che possono essere d’aiuto nell’approccio delle asana e sono validi per la pratica delle asana in generale e non per alcune asana in modo specifico.
Ogni asana si compone di 4 fasi principali, dinamiche e statiche in modo alternato:
entrata in postura ( fase dinamica) mantenimento della postura ( fase statica) uscita dalla postura ( fase dinamica) e consapevolezza finale degli effetti che la postura ci trasmette (fase statica).
- Durante l’entrata in postura cerchiamo di mantenere la consapevolezza principalmente a livello del corpo fisico . Questa fase va dal momento in cui scegliamo quale asana praticare fino al momento in cui il corpo ha assunto, sia internamente che esternamente, una posizione armoniosa, bilanciata, solida e che puo’ essere mantenuta a lungo e senza sforzo. La parte esterna del corpo e’ quella che puo’ essere facilmente osservata da fuori come il sollevarsi di un braccio, lo ruotare del collo, mentre per parte interna intendiamo tutti quei movimenti, contrazioni muscolari, bilanciamento del peso corporeo che spesso passano inosservati dall’esterno ma che sono fondamentali per la buona riuscita della postura.Prima di assumere la postura rilassiamo il corpo eventualmente aiutandoci con il respiro ed esprimiamo entusiasmo, gioia e gratitudine per la pratica. Acquisiamo maggior consapevolezza del momento presente e richiamiamo alla mente l’asana che ci apprestiamo a praticare ricordandone i punti chiave e prestando eventualmente maggior attenzione e cura agli aspetti per noi piu’ difficoltosi. Nell’approcciare una postura dobbiamo cercare di percepire le varie parti del corpo (questo e’ valido soprattutto per le giunture e i muscoli) come separati l’uno dagli altri, con una propria indipendenza ma allo stesso tempo facenti parte di un insieme armonioso.Dobbiamo cercare di percepire ogni arto individualmente, di scoprirne le caratteristiche, i limiti ma anche le virtu’ e allo stesso tempo di integrarlo in maniera armoniosa con tutte le altre di quel meccanismo meraviglioso che è il corpo umano. Cerchiamo di osservare il corpo muoversi, le sue reazioni e le sensazioni che ne seguono come se noi fossimo un testimone distaccato di cio’ che accade nel momento presente. Posizioniamo il corpo avendo cura di sincronizzare i movimenti con la respirazione corretta.I movimenti devono essere fatti in modo lento, armonioso e consapevole senza accelerazioni o rallentamenti improvvisi; cio’ contribuirà anche ha favorire il rilassamento, la calma mentale e la concentrazione. Si cerchi di utilizzare solo i muscoli che sono necessari evitando sprechi di energia ed osservando se ci sono tensioni in gruppi muscolari non necessari alla posa (soprattutto mandibola, fronte o altre parti del volto). Una volta che un arto e’ posizionato nel modo desiderato si passi ai dettagli, dando attenzione ai piccoli movimenti interni che abbiamo menzionato precedentemente.Questi ultimi sono molto importanti perche’ promuovono l’allineamento del corpo e promossi da un attento lavoro a livello dei muscoli e da una corretto bilanciamento del peso corporeo sugli arti: in adho mukha svanasana (il cane che guarda in basso), ad esempio, l’apertura delle scapole e’ favorita dalla rotazione interna delle braccia e in paschimottanasana (la postura della forza vitale che sale verso ovest) l’apertura degli ischi e’ favorita dalla rotazione verso l’interno delle cosce, in parivrtti janusirsasana (la postura della torsione che porta la testa al ginocchio) l’apertura dal fianco è promossa, tra le altre cose dal premere il gluteo verso la terra e molti altri esempi si potrebbero fare.E’ importante notare anche la corretta distribuzione del peso, ad esempio, una buona riuscita di prasarita padottanasana (la postura dei piedi allargati che va verso l’alto) non e’ data principalmente dall’allungamento delle spalle e del collo , ma bensì dalla pressione del centro dei talloni sul terreno che promuove l’apertura degli ischi e il conseguente abbandono verso il basso del tronco. E’ molto interessante notare che quanto piu’ i pesi del corpo sono ben distribuiti e gli arti allineati tra loro tanto piu’ il corpo diventa leggero. Tale sensazione di leggerezza ci indica che il corpo e’ allineato, ordinato, armonioso. Solo quando c’e’ armonia le cose scorrono in una calma tranquilla ma stabile e potente allo stesso tempo e a quel punto è come se si svelasse una nuova dimensione della postura. Una volta che si e’ scoperta questa sensazione di leggerezza in una postura e’ importante cercare di trasferirla anche alle altre posizioni.
- Quando si è assunta la postura correttamente si entra nella fase successiva: il mantenimento della postura. Anche in questa fase si cerchi di non contrarre muscoli che non sono necessari soprattutto quelli della mandibola, della lingua e degli occhi.
Questi ultimi sono molto importanti poiche’ i nervi ottici sono direttamente collegati al cervello e rilassandoli di riflesso si rilassa anche l’interno della nuca. A questo stadio si cerchi di entrare maggiormente nella postura , per fare cio’ e’ necessario abbandonarsi, arrendersi, avere fiducia nell’asana che si sta praticando. L’abbandono richiede fiducia e apertura: fiducia in noi stessi, nel nostro corpo, nella pratica e in cio’ che ci circonda mentre pratichiamo ossia l’eventuale compagno che ci sostiene e il gruppo che pratica con noi. La fiducia implica apertura ed un’attitudine che puo’ essere sviluppata con la pratica delle asana e poi trasferita nella vita quotidiana.Per entrare maggiormente in una postura, infatti, i muscoli devono allungarsi e per allungarsi la condizione fondamentale e’ che devono essere rilassati. L’abbandono richiede assenza di paura, accettazione di se’ e dei propri limiti e fiducia; tutte queste condizioni avvengono in un momento di rilassamento.
Non possiamo abbandonarci alla postura e rilassare i muscoli per favorirne l’allungamento se non siamo rilassati ed aperti a noi stessi e agli altri. Quando ci sono paure, chiusure, fobie si manifestano tensioni e contratture. Soprattutto per coloro alla cui personalità la fiducia è qualcosa di alieno è bene soffermarsi a meditare su questa caratteristica durante la pratica delle asana.Ci sono alcune attitudini di base che possono esserci d’aiuto per entrare piu’ profondamente in una postura:- rilassare tutti i muscoli che non sono necessari : se alcuni sono particolarmente tesi inspirare cercando di mandare il respiro al muscolo interessato e durante l’espirazione cercare di decontrarlo.- quando si deve agire a livello della colonna utilizzando il respiro durante l’ ispirazione la si liberi allungandola e durante l’espirazione la si pieghi o si faccia la torsione. In generale il piegamento indietro della schiena è fatto durante l’inspirazione e quello in avanti durante l’espirazione.- l’espirazione favorisce l’abbandono, lo svuotarsi, il liberarsi dallo stress, dalle tensioni e dalle paure– un altro modo che facilita l’entrata in postura e’ quello di visualizzarci direttamente nella postura, ancora prima di entrarci.
Una volta che ci sentiamo confortevoli nella postura, la gioia dell’apertura del corpo pervade il nostro essere. L’allineamento e l’abbandono alla posa ci penetrano in profondita’ rendendo il corpo privo di peso ed immobile portandoci a praticare l’asana in completa assenza di sforzo . E’ in questa fase di immobilita’ e apertura che la postura arreca i suoi effetti piu’ profondi e benefici. L’immobilita’ del corpo promuove l’immobilita’ della mente permettendoci di entrare maggiormente nella postura a tutti i suoi livelli.
Questa leggerezza ci porta alla dimenticanza del corpo fisico e siamo a quel momento pronti a muovere la consapevolezza dal corpo fisico a quello pranico . Ogni asana aumenta in modo globale la quantità di prana nella nostra struttura, ma allo stesso tempo ogni postura incanala il prana in un chakra o in una nadi preferenziale che e’ in relazione all’asana che si sta praticando. In ogni asana una parte del corpo viene maggiormente aperta o stimolata ed e’ come se il prana venisse naturalmente magnetizzato in quell’area precisa. Ad esempio nel caso di sarpasana (la postura del serpente) la forza vitale e’ accumulata nell’espansione e nell’apertura del petto mente nel caso di sarvangasana (la postura della candela) il prana e’ magnetizzato nella contrazione che avviene a livello della gola.Un’asana già di per se’ indirizza il prana in un’apposita direzione ma dobbiamo anche ricordare che esso segue le direzioni che la mente suggerisce ecco perche’ e’ fondamentale durante la pratica allineare il corpo in modo corretto ma anche portare la mente su un punto specifico del corpo modo da favorire l’accumulo del prana in un’area prescelta. Inizialmente puo’ non essere semplice calmare le agitazioni della mente e cercare di indirizzarla in un punto da noi scelto, ma piano piano, con pazienza e perseveranza, è possibile diminuire le fluttuazioni mentali.
Ogni qualvolta la mente si distrae, senza identificarci con cio’ che la agita riportiamola pazientemente a cio’ che stiamo facendo nel momento presente: l’allineamento degli arti, il bilanciamento del peso corporeo, l’osservare il respiro, la concentrazione su un punto specifico del corpo grossolano o sottile etc. Inoltre le nostre reazioni mentali alla postura che stiamo praticando ci mostrano molto di noi stessi, del nostro carattere del modo in cui affrontiamo le cose.
Alcuni di noi noteranno in loro l’attitudine alla competizione nel praticare le posture, altri l’insicurezza di se’, altri ancora gioia o vittimismo, autoscoperta, coraggio, paura, invidia, solidarieta’ e altro, l’attitudine mentale corretta da mantenere è quella di non identificarsi con nessuna di queste emozioni, siano esse positive e negative, ma semplicemente osservare il loro affiorare alla superficie della mente e senza iniziare un monologo mentale tornare alla pratica di cio’ che si sta facendo nel momento presente, come se noi fossimo uno spettatore, un testimone distaccato (che non significa disinteressato o indifferente!) di cio’ che accade sul palcoscenico della nostra mente.
Quest’attitudine di essere il testimone distaccato di cio’ che accade sul nostro palcoscenico mentale ci porterà piu’ vicino alla verità che la nostra vera natura non sono le emozioni con cui troppo spesso ci identifichiamo e ci renderemo infatti conto, osservandole (le emozioni), che esse nascono e muoiono sullo schermo della nostra mente e che quella parte di noi che immobile osserva la loro mutevole impermanenza è qualcosa che e’ ben al di la’ di esse.
In questo modo, attraverso la pratica delle asana il corpo viene usato come strumento per una piu’ profonda conoscenza di quella che e’ la nostra più intima e vera natura immobile e permanente e che troppo spesso viene oscurata dall’identificazione con ciò che è permanente e mutevole.
- Quando il corpo lo richiede oppure quando e’ passato il tempo prestabilito siamo giunti al momento di uscire dalla postura. Cio’ va fatto in modo lento, controllato e consapevole, avendo cura di rispettare i dettagli anatomici propri di ogni posizione e il giusto ritmo di respirazione.
- Una volta usciti dalla postura e’ fondamentale passare qualche momento ascoltando quelli che sono gli effetti della postura nei vari livelli dell’essere. Questo e’ il momento in cui i benefici dell’asana si manifestano nei vari livelli del praticante.
A livello fisico si percepiscono i risultati del massaggio che è stato fatto agli organi e ai muscoli interessati dalla postura, le eventuali stimolazioni alla colonna e così via. La percezione dell’aumento di prana nel corpo è piu’ vivo e, se la postura ha avuto la possibilita’ di toccare livelli piu’ profondi e’ possibile avvertire un cambiamento a livello emotivo, ad esempio, nel caso di prarthanasana (la postura della preghiera) sara’ possibile percepire affetto , profonda calma interna, intimita’ ed empatia con gli altri mentre in sirsasana (la postura in equilibrio sul capo) si noterà maggiore chiarezza mentale, distacco e aspirazione verso cio’ che è puro ed elevato.La percezione degli effetti dell’asana non sara’ sempre la stessa ma variera’ a seconda della durata della postura, della nostra concentrazione, della consapevolezza, del nostro stato fisico, dell’ambiente che ci circonda etc.
fonte: Debora Roggeri
Hatha yoga è un viaggio che inizia dalla periferia del corpo e ci porta al centro dell’essere.
B.K.S. Iyengar 1918