E’ iniziata la primavera, una stagione che ci invita a far rifiorire i nostri cuori! Ho scelto per voi oggi una dolce poesia ed una pratica di consapevolezza del Maestro Thich Nhat Han per dar sostegno e nutrimento a chi si sente smarrito e fatica a ritrovare la pace dentro di se…
Ogni volta che emergono tristezza o rabbia o delusione hai in te la capacità di far loro fronte. La tua rabbia e la tua delusione fanno parte di te; non lottare contro di loro, non reprimerle: sarebbe un atto violento commesso contro te stesso. Ogni volta che emerge un’emozione forte siedi tranquillo, tieni la schiena eretta, ritorna al respiro, ritorna al corpo, chiudi tutte le finestre dei sensi.
Tu hai sei sensi: occhi, orecchi, naso, lingua, corpo e mente. Non guardare, non ascoltare, non continuare a pensare a cose che ritieni essere la fonte della tua sofferenza – quell’unica frase, lettera, quell’ultima azione, quell’unica notizia: torna a te stesso, prendi in mano il tuo respiro e seguilo attenendoti rigorosamente alla tua inspirazione e alla tua espirazione proprio come un capitano mantiene salda la presa sul timone della nave quand’è scossa dalle onde dell’oceano.
La consapevolezza del respiro è l’ancora, il timone, l’albero maestro.
Inspira un lungo respiro, dando una totale attenzione all’inspirazione e all’espirazione. Presta attenzione alla parte inferiore della pancia, nota che si contrae quando espiri e si espande quando inspiri. Mantieni l’attenzione al livello della parte inferiore della pancia, non lasciarla migrare verso la testa. Ferma ogni attività di pensiero, limitati strettamente a seguire il respiro. Ricorda a te stesso: “Ho attraversato molte tempeste. Ogni tempesta è destinata a passare, non esiste tempesta che duri per sempre. Anche questa condizione della mente passerà. Ogni tempesta è destinata a passare, non esiste tempesta che duri per sempre. Anche questa condizione della mente passerà. Ogni cosa è impermalente. La tempesta è soltanto una tempesta. Noi non siamo soltanto una tempesta; possiamo trovarci al sicuro proprio nel mezzo della tempesta. Non permetteremo alla tempesta di fare danni dentro di noi”.
Quando riesci a vedere le cose in questo modo, quando ti ricordi di farlo, cominci subito a essere padrone di te stesso e non sei piu’ in preda a una tempesta emotiva.
Quando osserviamo la cima di un albero scosso da una bufera abbiamo la sensazione che in qualunque momento possa essere spazzato via dalla bufera. Se invece guardiamo il tronco e il piede dell’albero possiamo vedere che questo ha molte radici che affondano saldamente nella terra; ci sentiamo a nostro agio, sappiamo che l’albero è robusto, resterà in piedi.
Ara è il centro energetico subito sotto l’ombelico; quella è la radice dell’albero.
Porta attenzione alla parte inferiore della pancia e non lasciare che ciò che pensi, vedi o senti ti spinga verso la cima dell’albero. Pratica il respiro in questo modo per almeno cinque minuti mantenendo la mente concentrata solo sul tuo respiro e sulla parte inferiore della pancia, lascia che le emozioni che hai dentro passino. Una volta che la tempesta di quell’emozione sarà passata, saprai di avere in te la capacità di proteggerti e di gestire quelle situazioni. Avrai piu’ fiducia in te stesso e non avrai più paura: oramai sai come proteggerti quando una tempesta emotiva viene a galla. E questo ti darà una gran pace.
FIORE IN TEMPESTA di ADELE LIBERO
Fragile fiore in tempesta,
delicata goccia d’essenza,
scossa dai venti o da maree
piegata al volere del Fato.
…
La tua casa è impalpabile,
(ariosa trasparenza di sogno),
i passi sfiorano un sentiero,
di tremanti inconsistenze.
….
Quando la meta ti appare,
apparentemente vicina,
si strappa la rete argentata,
lasciandoti solo nel vuoto.
…
Ecco: non serve più la poesia,
riprendi il tuo lieve filo,
e ricominci a tessere:
nuova sfida all’infinito.
Buoni respiri di pace a tutti!